Grafologia teorica e pratica

Il segno grafologico

Eccoci qui. L’altra volta abbiamo sviscerato insieme la questione del contesto grafico. Neanche male come cosa. Se non vi è chiaro qualcosa, scrivetemi pure nei commenti o via mail a: info@lagrafololgia.eu
 
Quando al corso ci hanno parlato di segni grafologici, i professori intendevano tutta quella quantità di caratteristiche grafiche presenti in una o più grafie. Il segno grafologico porta in sé il riflesso e l’espressione delle attività psicomotorie dello scrivente. Questo cosa significa?
Che ogni volta che si identifica un segno è necessario sapere che è la proiezione di una parte della personalità psicosomatica dell’individuo.
 
Quindi quando troviamo il segno “curva” nella grafia che andiamo ad osservare, avremo già un idea di chi abbiamo davanti? Ma nemmeno per scherzo :P
 
Quando mi metto a leggere le grafie non seguo il metodo classico, perché sinceramente non mi ci trovavo granché. O meglio lo seguo ma nell’ordine che preferisco.
 
Il mitico Girolamo Moretti ( e non lo dico per canzonarlo! Anzi! Lui era mitico per davvero!! Farò in modo di parlarvene, per ora vi anticipo che è il padre della grafologia italiana ) insegna che ogni segno grafologico va misurato e contestualizzato secondo diverse categorie anche “sovrapposte”. Sovrapposte nel senso che lo stesso segno appartiene a diverse categorizzazioni in base a come viene osservato e da che significati vogliamo individuare.
 
La prima categorizzazione si basa sull’individuare quanto fondamentale è quella caratteristica per la personalità in esame ( si può anche dire quanto permane nel tempo quella caratteristica prima di riuscire a poterla anche solo levigare o addirittura cambiare ) . A questo punto troveremo se i segni sono: sostanziali, modificanti o accidentali.
 
Sostanziale: proprietà fondamentali della personalità
esempio linguistico: Sono morto...
 
Modificante: proprietà che accentuano o riducono i segni sostanziali
esempio linguistico: Sono morto di fame...
 
Accidentale: singolarità con cui ognuno manifesta il proprio potenziale interiore
esempio linguistico: Sono morto di fame a quella festa.
 
Le tre frasi, se prese separatamente, hanno significati ( l’una dall’altra ) molto più contestualizzati e precisi.
La prima indica qualcosa di estremamente categorico, la seconda indica la causa del decesso, la terza indica che il soggetto ha avuto una brutta esperienza di una festa poco organizzata col cibo.
Questo significa contestualizzare i segni grafologici. Se presi singolarmente i segni hanno un aspetto che ( nella visione d’insieme ) cambia completamente.
 
Ecco perché è sempre molto “pericoloso” fare le analisi al volo. Ritengo inoltre che la persona abbia bisogno di spendere del tempo con il grafologo: in quanto il grafologo non è un mago. Non abbiamo la palla di cristallo in mano, semplicemente raccogliamo informazioni e le traduciamo. È un po’ come dire: l’interprete linguistico è un mago a capire cosa dice uno straniero? Assolutamente no. Ha fatto un percorso, ha imparato a memoria colonne e colonne di termini, modi di dire, esercitazioni scritte e orali… non nasce imparato.
 
Ma torniamo al segno grafologico: ne esistono di semplici e complessi. Questo significa che un segno può essere composto da una caratteristica singola oppure da più segni messi assieme che nel loro complesso comportano la confluenza di più proprietà. Aggiungo inoltre che i segni possono essere anche complementari fra loro e anche ( di conseguenza ) escludersi a vicenda.
 
Un’altra categorizzazione è basata sulle seguenti denominazioni, o gruppi identificativi, che raggruppano i segni secondo la  loro posizione all’interno del testo:
 
    1. curvilineità – angolosità
    2. pressione
    3. calibro
    4. larghezze
    5. armonia
    6. ritmo
    7. allineamento base
    8. inclinazione
    9. direzione assiale
    10. legamenti
    11. profilo delle lettere
    12. estetica
    13. gesto fuggitivo
 
Un’altra categoria è identificata da due poli complementari e non opposti: Segni dell’intelletto e della volontà.
Intelletto: facoltà, propria dello spirito, o pensiero, di intendere le idee o di formare i concetti, o il potere conoscitivo della mente (contrapposta alla sensibilità, alla volontà ecc.)
Volontà: volontà Potere insito nell’uomo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati.
 
Ogni segno poi è suddiviso per temperamento:
 
    1. Cessione
    2. Assalto
    3. Attesa
    4. Resistenza
 
cosa sono i temperamenti? Beh...per farvelo capire vi racconto una storia.
 
C’era una volta un semino. Il poverino era rovinosamente caduto a terra e sprofondato nel buio si ritrovò tutto solo. Sospirava e sospirava. Avrebbe voluto uscire da lì, ma purtroppo non poteva. Così, molto lentamente, chiuse gli occhi e spirò lasciandosi completamente andare. ( Cessione – capacità di non reagire e lasciarsi trasportare )
La trasformazione fu completa, e il germoglio appena nato non aveva tempo da perdere, aveva energie limitate e non appena giunse dell’acqua, il virgulto si fece forza spuntando con tutte le sue forze dalla terra, alla ricerca di sole e nuova vita. ( Assalto – capacità di reagire e mordere la vita )
Il sole era forte e spesso pioveva. Dalla terra giungevano i sali minerali e la piantina, lentamente prese a vivere crescendo e maturando secondo le condizioni che si presentavano di volta in volta, mantenendo il controllo e sviluppandosi nei suoi tempo. ( Attesa -  capacità di pazientare, osservare e prepararsi in base alle condizioni presenti )
La piantina nel tempo divenne l’albero più bello e maestoso del bosco. Purtroppo un brutto giorno una violenta tempesta si abbatté contro il magnifico albero.
L’albero allora ci mise tutto se stesso a sostenere le raffiche di vento, la pioggia violenta e la grandine. Piovve, soffiò il vento, cadde la grandine, e tutto sembrava non finire mai. Ma l’albero non cedette. Si strinse forte alle radici finché ad un tratto: la tempesta svanì. ( Resistenza – capacità di sostenere le prove, di sopportare le avversità e di mantenersi in vita nonostante tutto )
 
L’albero aveva perso parte dei suoi rami, e molte foglie erano a brandelli. Non importava. Erano ancora là sia il suo tronco che le sue radici. 
Non importa cosa accada, basta attuare il temperamento ideale e sopravvivrete.
Con questa storia spero di avervi dato l’idea rappresentativo del tipo di comportamento che ogni temperamento esprime.
 
Ebbene tutti i segni grafologici ( o quasi ) vengono categorizzati secondo il tipo di temperamento che esprimono. Per fare un esempio banale, un segno che richiama espansione, e che si muove molto verso destra, certamente farà parte dell’assalto. 
 
( non vi elenco altri esempi in quanto li vedremo con calma negli articoli futuri, per ora rimaniamo sul concetto di segno grafologico : )
 
In conclusione. Ci sono mille e mille modi per rimanere inguaiati nella valutazione grafologica se non si conoscono prima di tutto i segni, quali sono le varie categorie di appartenenza, e come fra loro reagiscono quando si rilevano in una stessa grafia.
 
È importantissimo creare quindi una comunicazione fra grafologo e scrivente per effettuare un profilo ben fatto e coerente con la personalità dell’assistito che richiede il servizio.
 
Ora ricapitoliamo:
    1. Il segno grafologico è una caratteristica della grafia che rispecchia un aspetto della personalità dello scrivente;
    2. Ogni segno individuato durante la prima fase di analisi va interpretato considerando il contesto;
    3. Categorizzazioni:
        ◦ Sostanziali, Modificanti, Accidentali,
        ◦ Gruppi identificativi;
        ◦ Intelligenza e volontà;
        ◦ I temperamenti:
            ▪ La storia dell’albero.
    4. Conclusione;

Sempre vostra Iro Järvinen
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