Grafologia teorica e pratica

La vita ha un sottile, banale quanto scontato difetto di fabbrica

La vita ha un sottile, banale quanto scontato difetto di fabbrica: la sofferenza.
 
Posso capirlo che non vi piace o non siate d'accordo con questo asterisco presente nel contratto che non avete mai firmato, ma porta il vostro nome e voi ormai siete qui.
 
Fate le pazzie che volete, prendetevi lo spazio di cui avete bisogno, combattete contro i mulini a vento se lo ritenete necessario; e se qualcuno guardandovi vi giudicherà male è perché loro non hanno il vostro stesso coraggio di volere di meglio.
 
Forse vi sentite soli. Forse nessuno potrà mai capire il vostro dolore: e lo rispetto profondamente. 
 
Personalmente non ho ancora capito cosa io ci faccia qui, qui su questa cosa chiamata pianeta Terra: avrei preferito ben volentieri rimanere in quell'etere di pura pace, luce e quiete da cui mi hanno strappata senza alcun consenso.
 
Ora sono qui, e per quanto io odi con tutte le mie forze questo difetto di fabbrica presente nella vita, nella mia vita ...ci devo convivere. tanto vale farlo con chi si preferisce avere accanto.
 
Createvi il vostro mondo, a quello degli altri ci pensano gli altri. Se vengono a farvi la morale: lasciate semplicemente perdere perché non ne vale la pena. È fondamentale scegliere le battaglie che siete in grado di affrontare, e se la vostra battaglia è rimanere in vita, non impegnatevi in altri campi di combattimento e mantenetevi in vita.
 
Non chiedetemi il perché: ognuno ha il suo e se volete posso aiutarvi a conoscerlo, ma non sapendo chi siate e di che colori sia composta la vostra luce, non ho alcun diritto di pronunciarmi in una così delicata situazione. So che mi state leggendo, ma se volete il mio consiglio, prendete coraggio e contattatemi, forse insieme possiamo scoprire cose che nemmeno immaginate di avere dentro da sempre. 
 
Concludere un percorso qui sulla terra è un evento certo per tutti, e ognuno di noi ha addirittura può prendersi la silenziosa libertà di vuotare completamente quella scatola di sonniferi e coricarsi nel proprio letto: per non alzarsi mai più. 
 
Non ti biasimo.
Non te ne farei mai una colpa. 
Non esiste motivazione valida per impedirti di farlo; e diciamocelo: questa vita è uno schifo.
 
Ma allora perché sei qui? Proprio qui, accanto a me. Accanto a questa pazza che ti sta dicendo che non c’è nulla di sbagliato in quello che desideri. Perché spendi il tuo tempo a leggere questo piuttosto di proseguire con la mano sopra quel coltello, quella pistola, quella confezione di sonniferi, la valvola del gas, la corda?
Forse il segreto è proprio qui: in questo momento.
Forse non lo puoi afferrare e forse nemmeno lo posso capire, ma lo puoi sentire.
 
Non so come si chiami e non voglio nemmeno etichettarlo con la fantomatica parola amore. Qui l’amore non c’entra. Qui le belle parole non attaccano. Certe belle parole le lascio volentieri alle soap opera e alle casalinghe disperate di Wisteria Lane. Le parole non bastano: serve tanto coraggio, alle volte senza un perché. Alle volte senza una direzione chiara, ma con l’idea che quello che stai facendo un perché chiaro ce l’ha, ed è solo tuo.
 
Chiunque tu sia: so che ci sei, e non sei solo tu.
Forse non ti hanno ascoltato.
Forse ti hanno dato tutto fuorché quello che desideravi.
Forse hanno pensato che le tue spalle fossero abbastanza forti per tutti, quando faticavi a proseguire anche solo per te stesso.
 
Non ha alcun senso il pianeta terra. E temo che passerò la mia vita a constatare l’inutilità della mia esistenza. Ho paura certe volte: di fare tutto questo senza ragione e senza che mai nessuno si ricordi di me. Forse svanirò come un respiro. Forse dopo un funerale e qualche candela, il mio ricordo cesserà poco più tardi della fine della mia vita, e senza lasciare tracce.
Non so cosa ci sto qui a fare e non so che utilità abbia l’esistenza di tutto questo pianeta.
 
Ma il fatto che io non lo sappia, è una buona motivazione per considerare inesistente la motivazione e lo scopo di tutto questo?
 
Il non avere le prove che identifichino un colpevole non cancella il fatto che è avvenuto un reato.
Magari non lo troverà mai nessuno, e magari quel qualcuno non si prenderà mai la responsabilità di quel reato, ma questo non significa che non ci sia stato un criminale.
 
Quel crimine è la vita.
 
Non ti biasimo se ne sei provato fino all’osso.
E non voglio dissuaderti. Ma il tuo respiro, se mai dovesse cessare, vorrei che non rimanesse dimenticato. Per favore: lasciami il tuo ricordo, in modo che il tuo cammino non sia stato vano su questa maledetta terra.
Ho molto da imparare a tutti, anche da te: e se sei esistito non voglio dimenticarti.
 
Attendo le tue parole.
A mio modo sempre tua, Iro Järvinen.

Grazie a Marek Piwnicki per l'immagine.
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