Grafologia teorica e pratica

Le conseguenze del pregiudizio - il Bias cognitivo

Facendo strade nuove è normale avere l’occhio più critico per controllare eventuali T-red o autovelox… giusto per non farvi cogliere impreparati nel caso dovessero esserci sistemi di rilevazione delle infrazioni.
Maaaaaa…….
Vi è mai successo di prendere una multa per eccesso di velocità? Scettici come siete, la prendete e mentre la state leggendo… Per dio! Quella è la strada secondaria che percorrete tutti i giorni per andare al lavoro e di cui non vi preoccupate mai del tachimetro perché, è una strada che da sempre vi risulta senza controlli!
Quando fare quel percorso non vi preoccupate mai di fare i 50 km \ h in quanto storicamente non avete mai visto una telecamera che fosse una.
 
Non sapevo come spiegare in maniera più spiccia questo concetto, così ho scelto questo esempio perché mi sembrava quello che più calzasse al caso mio.
Il bias cognitivo, in italiano – distorsione cognitiva – è in parole spicce: tutte quelle abitudini che vi servono per ottimizzare le azioni ripetitive che compite tutti i giorni senza pensare e che vi impediscono di vedere la realtà in modo razionale e oggettivo.
 
Oppure si può dire ancora più semplicemente che il bias è una distorsione della visione della realtà causata dal pregiudizio.
 
Sua eccellenza baronessa del sapere condiviso ( Wikipedia :3 ) si esprime così al riguardo: 
“ In psicologia [ il bias cognitivo ] indica una tendenza a creare la propria realtà soggettiva, non necessariamente corrispondente all'evidenza, sviluppata sulla base dell'interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque a un errore di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio.
 
I bias cognitivi sono forme di comportamento mentale evoluto: […] e permettono di prendere decisioni più velocemente quando necessario [ o quando vi fanno credere sia necessario >.< ] ”
… Capite ora su cosa si basano pubblicità e modalità di vendita? Proprio sul bias cognitivo. Quando non vi danno il tempo di pensare per fare un acquisto, vi stanno inducendo a pensare più con la pancia che con la testa perché sanno benissimo che se vi lasciassero pensare vi rendereste conto che sarebbe completamente inutile quel prodotto per la vostra vita quotidiana. Vi è mai successo di comprare una meravigliosa macchina per esercizi ginnici che a distanza di 5 anni dall’acquisto l’avrete utilizzata nemmeno una decina di volte? Ecco...non vi serviva a nulla ma nel frattempo vi siete emozionati, l’avete acquistata, il venditore di turno ha portato a casa la giornata e voi state con un cumulo di metallo in casa pieno di polvere che prima o dopo finirà in un negozio dell’usato per una cinquantina di euro.
 
Un casino eh? Sembra una cosa estremamente normale, quasi inutile da considerare nella vita di tutti i giorni, ma questo fenomeno cognitivo diventa di una importanza unica in altri ambiti, come può essere il marketing ( quello che ho scritto sopra ), ma più di ogni altra cosa al mondo nella ricerca.
Ve lo spiego >:3
 
Il bias cognitivo è un fenomeno che in ambito scientifico incide in maniera terribile se non considerato, perché impedirebbe agli studiosi di effettuare una ricerca corretta e riproducibile. 
 
Facciamo un esempio.
Se uno scienziato ha una determinata aspettativa ( magari formulata in modo non corretto ) nei confronti di un nuovo metodo sperimentale, nel caso in cui i dati non dovessero corrispondere completamente alle sue aspettative, potrebbe cadere nella tentazione di… diciamo escludere o manipolare i dati allo scopo di adattare i fatti all’aspettativa teorizzata, quando la scienza per natura ha lo scopo di adattare le teorie ai fatti.
Come per gli investigatori su cui fanno serie tv su serie tv ogni giorno: notate mai come dei singoli dettagli possano portare il protagonista a riconsiderare completamente le sue valutazioni al punto da avere le prove per identificare il colpevole?
 
Nella scienza il bias cognitivo deve essere sempre identificato ed escluso in tutte le maniere possibili e fra le modalità che portano a questo risultato c’è proprio la considerazione di una valutazione da parte di più scienziati specializzati nei confronti degli studi di altri colleghi.
Così funziona la comunità scientifica: con un numero altissimo di sistemi di controllo e correzione costante e diversificato, permettendo così uno studio oggettivo e non soggettivo.
 
Quando non avete tempo di decidere. Quando fate le cose troppo di pancia: pensateci bene, perché forse state cadendo nella trappola del bias cognitivo e non state usando il vero raziocinio.
 
Ovviamente se dovessimo fare sempre tutto in maniera critica oggettiva non vivremmo più in maniera umanamente accettabile, ma come sempre, valutate se in quel momento è giusto correre o rallentare.
 
Grazie a Leeloo Thefirst per l’immagine.
 
Sempre vostra, l’immortale Iro Järvinen
 
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