Grafologia teorica e pratica

Transistor come neuroni

Oggi andremo proprio alle basi basi, le fondamenta per intenderci, parlando del transistor, questo oggettino magico, ma non troppo, che alimenta tutti i nostri dispositivi elettronici.
 
Il transistor deve il suo nome a due parole, “transfer” (trasferimento) e “resistor” (resistenza). Queste due parole vengono usate per descrivere il suo comportamento peculiare, ossia esso è in grado di influenzare le caratteristiche della corrente che passa attraverso due suoi terminali, in base allo stato degli altri due terminali.
Per rendere il concetto più chiaro lascerò qui una foto esplicativa, ma a livello descrittivo un transistor è costituito da una base chiamata Body, fatta da materiale semiconduttore ed isolante e da tre altri componenti conduttori che costituiscono gli altri terminali, Source, Drain e Gate. Questo è solo un tipo di transistor, ne esistono anche di altri tipi, ma il funzionamento di base è paragonabile.
 
La struttura del transistor lo rende in grado di funzionare da amplificatore (quindi rende più leggibile un segnale) e da interruttore (comportamento sfruttato all’interno dei microprocessori).
 
Quando un transistor funziona come interruttore, il passaggio di corrente è segnato come un 1, mentre la sua assenza è uno 0, ossia il sistema numerico binario. La combinazione dei transistor permette di costruire una letterale calcolatrice su base binaria che consente di sviluppare qualsiasi calcolo numerico voluto.
 
Per fare un’analogia i transistor rappresentano i neuroni dei nostri dispositivi, anche se sono qualcosa di molto più semplice dato che i transistor solo limitati a 0 ed 1, mentre i neuroni sono in grado di sfruttare un ampio intervallo di voltaggi per trasmettere informazioni.
 
In una rete, ogni singolo transistor è collegato ad altri attraverso i quattro terminali, così come un neurone lo è ad altri attraverso i dendriti. Quando ad un transistor arriva un impulso elettrico (un 1 per intenderci) esso può attivarsi o meno in base allo stato dei transistor ad esso collegati, in maniera molto simile a quello che succede ad un neurone, anche se il suo stato di attività risulterà essere più complesso e mediato anche da elementi chimici.
Questo complesso interrelazionarsi fra ogni singolo transistor consente di sviluppare calcoli semplici o complessi in base alle necessità, al fine di poter mostrare ciò che vediamo in uno schermo e ciò che udiamo dalle casse.

Grazie a Jeremy Waterhouse per l'immagine.

Grazie dell'anttenzione da parte di Luca e Iro

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