Grafologia teorica e pratica

è lo specchio che ti spiega perché tu sei importante

Pennini! lo giuro: io ci ho provato a fare un post del giorno cortino, ma dopo aver scritto 3 argomenti diversi lunghi più di tre pagine, al quarto mi sono arresa e ho voluto tenerlo come post del giorno e non come articolo della settimana. la questione è lunga e dettagliata, quindi armatevi di pazienza, perché oggi c'è ragionamento per voi. Buona lettura :3
 
Una volta durante una discussione, lamentavo come il mio avversario dovesse necessariamente smettere di fare il superiore nei miei confronti.
 
Ovviamente la mia lamentela cadde rovinosamente a vuoto, e la discussione degenerò in un imperioso vaffanculo bilaterale.
 
Come sempre, successivamente a simili eventi, io ho il brutto vizio di cercare di mettere in conto cosa avessi dovuto o meno fare riguardo alla situazione, giusto per capire come affrontare diversamente la cosa se mai avesse dovuto ripresentarsi una condizione simile.
 
Quando discuto, devo ammetterlo, faccio fatica a pensare in maniera obiettiva, e cado nella trappola di credere: 1) che chi ho difronte a me non solo rappresenta qualcosa che fa parte di me, 2) addirittura che non è colpa mia se accade il fattaccio.
 
Esatto. In un litigio si litiga sempre in due.
Questa realtà mi fa sempre impazzire di rabbia perché ( pietà divina! ), ritengo sempre di essere nel giusto e che siano gli altri a pestarmi i piedi.
Ho un atteggiamento abbastanza iracondo, ma non per questo non mi prendo le mie responsabilità quando è ora.
 
In genere quando ci si arrabbia è perché ci teniamo. Pensateci: quando una coppia litiga è proprio perché l’uno tiene all’altro e a sé stesso. Una coppia che litiga ( possibilmente non tutti i giorni ) è una coppia che ha fervore vivo e tiene alla relazione. Poi ovviamente bisogna andare più a fondo nel significato dei litigi in generale. 
 
Quando in quella diatriba ho dato del “ superiore ” al mio avversario, il problema non era veramente lui. Quando ci si sente inferiori, si cerca sempre di colpevolizzare l’altro in modo da costringerlo ad essere remissivo nei nostri confronti e… ( eh sì, sto per dirlo, mi dispiace molto ) permetterci di essere superiori a lui \ lei.
 
Esatto. Quando non ci permettono di spadroneggiare è perché i primi a sentirci superiori e a volerlo dimostrare siamo proprio noi.
Adesso non voglio dire che l’altro sia necessariamente padre Pio* e che non abbia colpe: c’è una probabilità altissima che anche l’altro abbia lo stesso identico atteggiamento nei nostri confronti. Ovviamente io non sto dicendo che dobbiamo abbassare la testa e farci svergognare, quello che voglio trasmettere oggi è che se vogliamo un miglioramento nelle relazioni in generale ( quindi non solo verso colui su cui vorremmo rivalerci ma anche nelle relazioni più piacevoli ) è necessario quanto fondamentale mettere tutti allo stesso livello: così loro non sono più grandi di noi e noi non siamo più grandi di loro. Insomma una condizione win win.
 
Se ci guardiamo allo specchio e la smettiamo per un solo istante di sentirci superiori, scopriremo che dentro di noi vorremmo vedere qualcosa di più di un piccolo \ una piccola noi.
Eh sì, quando vogliamo essere grandi è perché ci hanno insegnato che siamo piccoli.
 
Nel momento in cui cominciamo a vederci persone come loro e che semplicemente ci differenziamo nella forma e non nel contenuto, ci rendiamo conto che tutti essenzialmente combattiamo per le stesse cose.
Non importa la bandiera sotto cui ci nascondiamo: siamo tutti uguali.
Tutti temiamo a qualcosa esattamente come tutti noi amiamo.
Solo perché io amo un aspetto della realtà umana ( come potrebbe essere una squadra calcistica, un tipo di cucina, o chissà cos’altro ) non significa che io abbia più o meno ragione di qualcuno che ama altri aspetti di questo stesso mondo.
 
Siamo persone limitate e ognuno di noi fa i conti con il proprio essere e con la società che rappresenta.
Non sto nemmeno dicendo che non bisogna difendersi dalle aggressioni quando avvengono in maniera indiscriminata.
Il litigio è una situazione delicata quanto piena di aspetti nascosti dall’impeto di rabbia e della frustrazione.
Non si arriva mai a litigare per cose futili, al massimo si usano casus belli quasi insospettabili pur di scatenare qualsiasi guerra.
 
La cosa importante è ricordarsi che non c’è nulla di più confuso nella realtà umana quanto lo può essere un litigio.
 
Negli screzi si scatenano forze latenti che alle volte nemmeno i due contendenti stessi si rendono conto di attivare. Concorrono con l’impeto della rabbia, ma la rabbia è sempre una emozione secondaria, significa che deriva da situazioni primarie più profonde e nascoste, che spesso non ci si rende nemmeno conto di avere dentro e che 9 volte su 10 non ci si chiede nemmeno se c’è il bisogno di elaborarle.
 
Litigare è sempre un incontro profondo di due realtà simili che non si riconoscono a vicenda e tentano di distruggersi per cercare di dimostrare proprio ciò che non si vuole.
 
Io vedo le persone litigare ogni giorno, e vi assicuro: l’unico modo per andare oltre a tutto questo è prima di tutto guardarsi allo specchio e chiedersi: ma è davvero ciò che voglio quando litigo per dimostrare quella cosa? O sto dando all’altro delle responsabilità che, ahimè, non ha?
 
Quando vogliamo dimostrare qualcosa ( qualunque cosa! ) è perché quella cosa non ci appartiene.
La dimostrazione, specialmente attraverso un atto di forza indiscriminato, è sinonimo della presenza effettiva del contrario.
 
Quando invece cominciamo a chiederci che cosa vogliamo dall’altro in tutto quel marasma di urla e rabbia, allora possiamo capire che forse vogliamo dimostrare qualcosa a cui noi stessi non crediamo.
 
NB: io sto parlando di litigi dove entrambe le persone si aggrediscono a vicenda con il desiderio di dimostrare qualcosa. Quando invece qualcuno subisce un’aggressione indiscriminata, quello non è più litigio, si chiama aggressione, e la persona vittima di quell’evento ha il dovere morale di rispondere a tono per difendersi.
Ci sono dei limiti che vengono oltrepassati in maniere del tutto arbitraria, allora là la rabbia è giustificata e anzi: va supportata nel caso in cui la persona non abbia i mezzi per difendersi, è il caso della violenza domestica, dello stalking, del mobbing, e di tutti quei metodi vergognosi che usano i criminali per abusare delle persone.
 
Esattamente come la guerra in Ucraina: chi della Russia ha deciso per l’invasione di un paese sovrano, merita di essere preso a calci nel culo, perché l’Ucraina ha diritto e dovere di fare un po’ quello che le pare all’interno dei propri confini. È come se il vicino decidesse di invadere casa di altri solo perché abbiamo paura che ci aggredisca.
 
È un po’ come una fregnaccia che hanno tentato di propinarmi i cristiani.
A suo tempo ho avuto una lunga relazione con un ragazzo mussulmano. Subito tutti a dirmi che prima o dopo mi avrebbe convertito ( non ciò sbatti di andare in chiesa la domenica, e dovrei farmi abbindolare da gente che prega 5 volte al giorno… seee come no… e vanno in moschea al venerdì, proprio quando finisco il turno al lavoro, e indossare pure il velo? Vedo come mi conoscono… ) e che questa cosa era assolutamente vera perché lo affermava un prete missionario che regolarmente parlava con i mussulmani in Arabia. Adesso ( mi verrebbe da dire un P*ç$° *§* ) cosa diavolo ci fa un prete missionario in Arabia? Di certo non a prendersi il caffè! Lui va là per convertire i mussulmani! E secondo voi che cosa vede nei mussulmani? Esattamente il suo stesso specchio, e cioè che loro vogliono convertire i cristiani! Ma lo vedete che è un paradosso? 
Condanniamo l’avversario del nostro stesso crimine.
E per forza che mi incazzo!? Perché dovremmo condannare i mussulmani di proselitismo quando noi siamo identici? Che cosa ci rende meglio di loro? Che lo facciamo da più tempo? Che il nostro dio si chiama dio e il loro Allah? La bellezza di questo casino è che non è altro che una coppia di ciechi che cercano di mostrare la via all’altro. Poesia no?
 
Per concludere.
I litigi possono essere legittimi oppure no.
L’importante è andare oltre certe fregnacce e renderci conto di cosa vogliamo davvero, e l’unica maniera per evitare certi casini inutili a due è rendersi conto che facciamo tutti schifo in un modo o nell’altro, esattamente perché questo è uno schifo mondo.
Non siamo migliori di nessuno! Tutti cerchiamo di nascondere i nostri scheletri quindi forse potremmo anche permetterci di essere un po’ meno arroganti.
 
Non c’è nessuno migliore di noi e noi non siamo migliori a nessuno.
Esattamente come dicevo per l’intelligenza: Intelligente? Tanto, poco o mezzo?  Non c’è nessuno che sia più intelligente di un altro, ma tutti abbiamo ottime abilità nel nostro campo.
 
Il primo passo per fare uso consapevole di questa realtà che ci circonda è che non è come la vogliamo, e come dico sempre: la realtà fa schifo.
Il secondo passo è ammettere che anche noi facciamo schifo con lei, ma questo è difficile!
Non ci rendiamo minimamente conto di quanto sia difficile ammettere che non siamo perfetti, per generazioni su generazioni abbiamo subito le angherie di qualsivoglia organizzazione che ci imponesse di non peccare e non fare nessun errore o verremo puniti!
 
Oggi più che mai meritiamo di sbagliare: perché solo guardandoci come sbagliamo e litighiamo con tutti possiamo renderci conto che facciamo qualcosa e che nonostante tutto noi siamo più importanti di quello che crediamo.
 
Non abbiate paura: se litighiamo e sbagliamo significa che siamo importanti e che facciamo qualcosa.
 
Portatevi a casa questi due sinonimi oggi, ve li regalo con amore.
 
Rabbia \ litigio: qualcuno o qualcosa è importante. Non ci arrabbiamo mai per cose inutili.
 
Errore \ sbaglio: abbiamo fatto qualcosa. Non ci è venuto bene, ma abbiamo avuto il coraggio di farlo nonostante tutto e tutti. Potevamo chiuderci nella paura e invece abbiamo seguito quello che sentivamo, menomato purtroppo da pregiudizi trasmessi dal nostro passato, ma lo abbiamo fatto e solo per questo meritiamo un premio. Nonostante la paura abbiamo agito.
 
Tutto il mondo soffre, ma il mondo, esattamente come voi, nel suo schifo va avanti lo stesso. Non importa chi siate: so che ci avete provato e questo è meritevole di encomio.
 
La risposta è nello specchio perché dovete fare i conti con voi stessi prima di farlo con gli altri.
Purtroppo vi hanno sempre insegnato che non valete nulla perché non siete perfetti, ma nel profondo più profondo sapete benissimo che nessuno è perfetto e che ogni singola persona di questo dannato pianeta è importante, soprattutto voi.
 
Guardatevi allo specchio e ditevelo che siete importanti: quando litigate è proprio questo che volete. Niente altro. Ma per quanto gli altri ve lo possano ripetere, i primi ad avere il coraggio di dirvelo: dovete essere voi. Siate buoni con voi stessi. Nessuno può fare più schifo di voi, nemmeno voi stessi.

Grazie a Tasha Kamrowski per l'immagine
 
Sempre vostra, Iro Järvinen.



* che poi vabbè, padre Pio non è che fosse una persona tanto umile… ho sentito di cose per cui se eri davanti a lui e non sapevi la differenza fra corona e rosario, ti prendeva a coppini – dal dizionario di veneto: di persona che prende a ceffoni la coppa del proprio avversario che inerme scappa via nella vergogna… >:3


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