Grafologia teorica e pratica

Escàndalo colorado

Il 13 novembre è venuta fuori una storia interessante, vergognosa e che evidenzia un grosso problema nell’industria grafica, quindi, prendetevi un bel caffè e partiamo.
 
Forse non ve ne sarete mai accorti, o forse sì, ma i colori sono un’immensa rottura di palle, sia per chi si occupa di grafica professionale, sia per chi lo fa per diletto e il perché è presto detto. Se siete gente che stampa spesso a colori, vi sarà capitato di osservare discrepanze fra un colore rappresentato nello schermo e quello presente sulla stampa, ma come mai?
Gli schermi hanno un metodo tutto loro per rappresentare i colori, quindi ogni singolo schermo in linea di massima può fornire colori diversi da qualsiasi altro schermo, anche da monitor della stessa marca. Al fine di evitare tutte queste differenze e rendere il lavoro impossibile sono stati creati due metodi, la calibrazione dello schermo ed i codici colore.
 
La calibrazione dello schermo gestisce la luminosità, il contrasto, i grigi, la nitidezza, ecc. che deve corrispondere a determinati codici colore (16 milioni se avete un normale schermo ad 8-bit). Tale corrispondenza la si verifica analizzando la luce prodotta dallo schermo stesso.
 
Fatto tutto questo preambolo, i programmi di grafica quali Adobe Photoshop, Clip Studio Paint, ecc., si basano sui codici colore per poter produrre il disegno voluto.
Fra tutti questi codici il più importante e famoso è prodotto dalla Pantone, società che garantisce la perfetta corrispondenza fra colore a schermo e colore di stampa, di fatto rendendola fondamentale per tutti quegli studi di grafica che lavorano sulla stampa.
Pantone fondamentalmente vendeva una licenza ai vari produttori, quali Adobe, per poter sfruttare i loro codici e poi vendeva anche ai singoli studi una raccolta (super costosa aggiungerei) con la rappresentazione degli stessi codici e del colore corrispondente su carta, plastica, ecc. al fine di fare paragoni.
 
In data 13 settembre Pantone non ha rinnovato la licenza con Adobe, di fatto vendendola al pubblico come affitto mensile, costringendo così tutti coloro che la utilizzavano a comprarla da loro e poi da Adobe o da qualsiasi altra compagnia scelta, pena, il vedere tramutati tutti i colori usati in nero.
 
Questa strategia di mercato disgustosa è stata possibile grazie soprattutto al sistema quasi monopolistico di cui godono queste due compagnie e non mi sorprende che Photoshop sia uno dei programmi più piratati di sempre.
 
Voi che mi dite? Infastiditi?
 
#DivinazioneElettronica
#PC
#Pantone
#Adobe

 
Grazia ad Alexander Grey per l'immagine

Grazie da Iro e Luca
...