Grafologia teorica e pratica

Non è destino

Un Pennino che trova la sua strada è un Pennino felice.
Ma Come si fa ad essere felici quando non è “destino”?
 
Se non lo avete già fatto, prima di leggere l’argomentazione corrente, consiglio caldamente di rifarvi al mio articolo: 
“La storia di un piccolo pixel e della sua banda di colori”
Per farvi un piccolo excursus, questo articolo tratta una mia personalissima metafora dove le persone vengono paragonate a dei pixel: cambiano colore e cercano sempre di stare accanto a coloro che hanno più o meno le stesse tonalità cromatiche a cui meglio si conformano. In questo modo si creano bande estremamente variegate di colori che continuano a vibrare e a cambiare in base a chi sono in quel momento e a chi hanno intorno.
 
Torniamo a noi.
Mi ha sempre colpito la questione destino, sono stata letteralmente cresciuta con l’idea che se non è destino non accadrà mai o viceversa. Negli anni però ho formulato la mia personalissima teoria cercando di rimanere con i piedi per terra e sostenere una visione meno “magica”, e ora la condividerò con voi.
 
A mio avviso fra le varie teorie “magiche” ce n’è una che mi sta particolarmente a cuore in quanto è completamente ambigua; dice che le cose ci accadono se noi siamo pronti a riceverle.
 
Perché prima no?
 
Semplice ( ma molto complesso anche ): il cervello “vede” e considera solo ciò che prima di tutto ha esperito nel proprio pensiero. *
 
Orrore! Significa che nessuno ci influenzerà mai se noi per primi non apriamo la porta dall’interno. Al contrario ci faremo sempre influenzare da tutto ciò che riteniamo vero in quanto lo esperiamo nella nostra mente.
 
Il fatto che nonna Maria ci abbia insegnato fin da piccoli l’idea che il gatto nero che ci attraversa la strada è un presagio di sventura, ci accompagnerà fino alla morte se noi non arriveremo ad un certo punto della nostra vita a chiederci dove veramente è reale questa superstizione o meno. ( con questa affermazione non sto giudicando in nessun modo chi sostiene questo modo di vedere le cose…avviso che era solo un esempio di riferimento, nient’altro )
 
Ma che cosa è reale? Prima di tutto distinguiamo fra reale e percepito come tale. Quello che è reale è fondamentalmente quello che accade effettivamente sotto i nostri occhi senza alcuna interpretazione, mentre ciò che percepiamo come tale è l’accadimento di eventi che interpretiamo secondo la nostra esperienza personale.
Il gatto nero che ci attraversa la strada è un dato di fatto che è accaduto e abbiamo visto. L’idea che sia collegato ad un presunto evento negativo in arrivo, è una interpretazione data dall’esperienza passata ( ad esempio trasmessa da nonna Maria ).
Ebbene? Ebbene ognuno di noi vede ( giustamente ) la realtà a modo suo, considerando come effettivo o meno ogni avvenimento in base alla propria interpretazione. L’unico modo per avere il più possibile ( e mai completamente...altrimenti saremmo dei PC portatili ) la mente aggrappata alla realtà concreta, è vedere i dati di fatto come tali e non scambiarli con le opinioni aprendoci anche a considerare ciò che è e non ciò che dovrebbe essere, permettendoci di aprirci.
 
Tutti quanti indistintamente ( escludendo le allucinazioni da funghetti o lsd…. -.-’ ) percepiamo la realtà così com’è e poi la interpretiamo. Attenzione! Quando non percepiamo il dato di fatto, ma ne veniamo a conoscenza tramite terzi, c’è un’altissima percentuale di probabilità che l’evento raccontato ( quindi questo non si tratta più di un dato di fatto, ma di una pura opinione, e va trattata come tale ) venga distorto dalla percezione e interpretazione dell’interlocutore, che magari a sua volta ha assorbito l’informazione da un altro interlocutore che ( molto probabilmente ) non ha visto di persona l’evento, creandosi così un telefono senza fili la cui parola di partenza risulterà, a fine corsa, completamente diversa, creando una quantità enorme di errori e quindi la trasmissione di un racconto assolutamente inattendibile.
Da qui consiglio sempre di fare attenzione a prendere per vero i racconti che hanno subito troppe dogane. Chiedetevi sempre e comunque quanto ci sia di vero nel racconto del vicino che ha visto l’uomo salvare un gattino dall’albero in fiamme usando il potere della telecinesi.
 
Proseguendo con il mio discorso: da sempre l’essere umano usa il concetto di magia per spiegare opinioni e coincidenze fortuite o addirittura malevole che vive ogni giorno. Questo perché a differenza della maggior parte delle creature animali, noi riusciamo ad immaginare, associando eventi addirittura non correlati in nessun modo fra loro. L’immaginazione può essere un grande acceleratore o un potente freno ( esattamente come la prima marcia di un auto: spinta o arresto ) e in base a come si è educati ad usarlo, si tende a sfruttarlo a proprio favore oppure a rimanerne vittime, in ogni caso lo strumento è lo stesso.
Affibbiare alla magia del destino la nostra vita, è esattamente un potente freno inibitore che ci impedisce di vedere e sfruttare la realtà per come è in quanto continueremo a lasciarci orchestrare da eventi assolutamente casuali come segnali esterni ( dati da quale entità poi -.-’ ) che ci faranno compiere scelte irrazionali quanto lesive.
 
* ripartiamo dal nostro cervello che “vede”.
Avete presente quando guardate la vostra serie TV preferita, dove la protagonista improvvisamente “apre” la mente e comprende il nesso fra un evento apparentemente scollegato da un altro? Ecco. In questo caso il pensiero laterale ( la modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità verticale che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema ) ha fatto il suo lavoro sui dati di fatto raccolti nel tempo permettendo l’insight una volta aggiunto il tassello mancante.
 
Ora che ho fatto tutto questo preambolo ( enorme! E mi spiace non averlo fatto più corto ) possiamo proseguire con la mia argomentazione.
 
Vi è mai successo di vivere nelle relazioni sempre lo stesso schema ripetitivo?
Incontrate nuovi partner, amici, colleghi,...e continuate a trovare sempre lo stesso tipo di persone che vi trattano con lo stesso identico copione.
 
Ma perché? È come se voi continuaste a trovare il colore giallo oro. Voi in quanto colore viola state in abbinamento costante con questo colore e pensate che sia un ottimo accoppiamento continuare a selezionare ( inconsapevolmente ) pixel ( persone ) giallo oro.
Ma come mai non riuscire a far entrare nella vostra vita il rosa che vi farebbe tanto bene?
Sappiate che, il rosa vi passa sempre accanto. Non è che non ci sia nel mondo del rosa. Ma poiché ogni volta che lo vedete non vi viene in mente che potrebbe essere la persona giusta per voi, allora automaticamente, chiunque sia rosa, voi lo considererete semplicemente una conoscenza, in quanto non siete abituati a includerlo come un buon abbinamento.
Adesso vi faccio un esempio semplice. ( ribadisco essere un esempio per far comprendere di cosa stiamo parlando, non voglio in alcun modo giudicare nessuno, tanto meno incasellare comportamenti e \ o azioni in stereotipi )
 
Un partner affascinante e avvenente viene considerato portatore di ottimi geni per procreare in quanto apparentemente sano alla vista e molto piacente ( generalmente siamo attirati sessualmente da potenziali partner “ belli ” ) in quanto il nostro programma di sopravvivenza della specie ci conduce là, facendoci addirittura sperare che agganciandolo, ci assicuri una vita di gioia e amore.
Bene. Ora consideriamo il ragionamento legato alla conservazione della specie, come l’aumento di intensità della nostra colorazione, per renderci più visibili. Poniamo di essere per natura pittura viola e che pensiamo di aver bisogno di ricercare il giallo oro ( un partner “ bello ” ).
A quel punto anche voi cominciate ad andare dall’estetista più spesso, a fare palestra, a seguire una dieta sana...a cercare di truccarvi quanto più possibile e anche a mettere insieme un guardaroba pieno di fantastici capi che ci valorizzano nelle nostre forme. Insomma: cominciate a comportarvi da pixel viola acceso perché volete il vostro giallo oro.
 
Automaticamente chiunque per strada vi guardi anche solo di sfuggita percepirà chiaramente il vostro intenso viola lucente.
A questo punto le reazioni possono essere molteplici.
Potreste attirare non solo il vostro obiettivo ( il giallo oro ), ma anche scatenare il giudizio negativo di un rosso, che potrebbe dire “ che abbigliamento sconveniente per una donna! Quel viola è troppo intenso ”. Oppure reazioni di sconforto da parte del bianco: “ non sarò mai all’altezza di quella bella ragazza viola intenso”.
Da viola non solo tentiamo di attrarre il giallo, ma scateniamo tutta una serie di comportamenti che non ci aspetteremmo in quanto non siamo all’interno della mente delle persone che ci circondano ( e meno male! ).
Proseguiamo.
La donna viola acceso decide di andare ad una festa, dove è certa ci saranno un sacco di gialli. È una festa dedicata all’alimentazione sana, e non vede l’ora di trovare un partner adeguato con cui attaccare bottone.
 
Ora: specifico che in questo ragionamento non c’è nulla di discriminatorio tanto meno giudicante. È solo un esempio stereotipato per semplificare un argomento davvero molto più articolato e complesso di quanto non si immagini. Nulla di più.
 
Viola acceso vede diversi giallo oro, alcuni verdi, molti arancioni e tanti neri.
Non credeva ci potessero essere dei neri così brutti ad una simile festa.
È il momento del ballo e molti colori cercano di attaccare bottone con viola, ma lei vuoi il giallo oro, perciò ( con gentilezza ) rifiuta le avance dei diversi potenziali partner.
Siccome nella mente di viola acceso è vivida l’idea che giallo oro significhi amor eterno, in automatico non ci pensa a valutare di conoscere altri colori, che considera non adeguati alle sue esigenze, e li scarta a priori. Finché ad un tratto è lei a raggiungere il giallo oro che più preferisce.
Il giallo oro accoglie la sua avance e cominciano a ballare. Poi parlano. Finché ad un certo punto giallo oro le fa una serie di commenti: “ non è abbastanza scollato il vestito….sei sicura di essere nel tuo peso forma? Hai mai pensato ad un parrucchiere migliore? ”
Viola acceso ci rimane malissimo. Con tutto il lavoro che ha fatto per apparire accesa!
Non demorde.
Le settimane successive intensifica l’allenamento, mangia di meno, cambia parrucchiere dirigendosi dal più costoso e cerca di divenire ancora più accesa.
 
Torna all’evento. Incontra altri giallo oro. “ sei troppo muscolosa… hai mai pensato di usare tacchi più alti? Vorresti uscire con me e me lo chiedi mangiando quello stuzzichino così calorico? ”
 
più cerca di attirare l’attenzione e più si ritrova giudizi negativi.
 
Lei però è determinata: deve diventare abbastanza piacente per accalappiare quello giusto.
 
Una sera mentre sta fumando una sigaretta a fine turno, un rosa le si avvicina e le chiede gentilmente un accendino. Lei un po’ con la puzza sotto il naso, accondiscende e offre al rosa il suo accendino.
 
Parlano e stranamente quel rosa non l’ha giudicata male, dopo un po’ rosa saluta e lei torna a casa.
 
I giorni passano e viola acceso prosegue con la sua ricerca del giallo oro.
Un magico giorno il giallo oro “ cade ” nelle avance di Viola acceso e riesce ad ottenere la relazione che tanto voleva.
 
Dopo circa sei mesi di relazione, viola acceso comincia a rilassarsi. Mangia un po’ di più, va qualche volta in meno in palestra in quanto preferisce passare le serate con giallo oro, ma più va avanti e più trova sempre più amarezza. A viola acceso piacciono gli horror, mentre giallo oro non fa altro che leggersi i contenuti di una pasta senza glutine per evitare che ci sia un apporto calorico troppo alto oppure a giudicare male il cioccolatino che viola si permette di tanto in tanto, aggiungendo che la deve smettere di fumare.
 
Un giorno viola, uscita dal lavoro, vede rosa.
Rosa riconosce viola e le due si parlano. Rosa è molto alta e si veste in modo sobrio.
Di nuovo viola le offre l’accendino e addirittura una sua sigaretta.
 
Più viola va avanti e più si rende conto che giallo oro non la rende affatto felice. Lei le ha dato tutto e giallo oro non fa altro che giudicarla male.
Lei pensava che i giallo oro fossero perfetti per il suo viola acceso, invece si rende conto che non è così.
 
Cercherà altri gialli oro. Uno peggio dell’altro.
 
Passerà gli anni e aumenteranno le sigarette.
Viola sarà sempre più magra, ma non si rende conto di quanto rosa la stia sostenendo in quei pochi minuti passati insieme quasi ogni giorno dopo il turno lavorativo per una o due sigarette e una risata.
 
Rosa un giorno si prende coraggio e chiede a viola: “ ti andrebbe di uscire con me? ”
Viola accetta.
I giorni passano, e gli appuntamenti si susseguono. Finché un giorno rosa guarda negli occhi Viola e le da un bacio.
Viola cosa farà? A questo punto le situazioni sono due: Viola può rinunciare a Giallo oro e riconoscere che Rosa è il suo vero partner ideale nonostante non rientri nelle sue convinzioni che possa essere così oppure rifiutare Rosa e proseguire nelle sue sofferenze continuando ad accontentare i successivi Giallo oro che cercherà e incontrerà.
 
È facile per noi osservatori esterni giudicare quale sia la scelta migliore, ma è necessario che prima di tutto Viola faccia esperienza di apertura, nei confronti di Rosa, a livello dei propri sentimenti. La fa sentire al sicuro considerare giallo oro quello giusto per lei...perché è quello che lei pensa sia giusto, in quanto corrisponde alla sua logica ( che per quanto possa risultare fallace,  è pur sempre la sua personale logica ). Non sempre abbiamo il coraggio di ammettere che la realtà sia diversa da come la vorremmo e questo dipende da molti fattori, specialmente del proprio passato. Ovviamente io tifo per Rosa, ma non è detto che questa sia la scelta giusta, ma è certamente la scelta più aperta. Ci sono e ci saranno sempre altre Rosa là fuori per Viola che sicuramente potranno entrare nuovamente nella vita della nostra protagonista, e lei potrà continuare a rifiutarle finché Viola non accetterà che è veramente attratta da ognuna di loro ( in un modo o nell’altro ) fino a quando non si arrenderà a provare a trovare quella giusta fra loro. L’importante è che capisca che Giallo oro non è ciò di cui ha veramente bisogno e che il vero amore non è possibile incasellarlo all’interno di schemi basati sulla nostra logica da noi architettata con la presunzione di sapere sempre di cosa abbiamo veramente bisogno.
 
Tutta questa storia ha lo scopo di condividere l’idea che aprire la mente a ciò che non si conosce è possibile solo se si abbandona il proprio orgoglio e la propria saccenza che in sé non necessariamente sono un male e non vanno eliminate dalla nostra vita, però alle volte rischiano di obnubilarci se applicate nel contesto errato, impedendoci di sperimentare esperienze che possono solo arricchirci e migliorarci la vita.
 
Quando parliamo del destino si pensa sempre che sia dovuto a cause esterne a noi che non possiamo controllare, giustificandoci a proseguire nella nostra vita senza mai cambiare modo di pensare e agire, nella speranza che sia il mondo a raggiungerci, inconsapevoli del fatto che se anche accadesse i primi a sabotare la nostra felicità, rifiutando quella preziosa e rara occasione regalata per caso, saremmo noi stessi, in quanto abituati a immaginare la nostra felicità in una forma che non ci raggiungerà mai.
Perciò il destino è tutto ciò che noi ci costruiamo e se dentro di noi apriremo le porte e ci muoveremo verso la realtà per come è non per come dovrebbe essere, immediatamente troveremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, in quanto ogni colore è sempre lì fuori ad attenderci.
 
In conclusione, non è una questione di “ se esiste “, è una questione di “ ho il coraggio di accettarlo? “. Il mondo è pieno di colori, sta a noi apprezzarli.
 
Good Job Guys! Let me remind you that you are my blessing:
    1. Il concetto di destino: una condanna?
    2. La persona considera solo ci che ha prima di tutto esperito nella sua mente;
    3. Cosa è reale?
    4. Realtà e magia;
    5. La storia di Viola, Giallo oro e Rosa;
    6. Il destino è dentro non fuori: là fuori è pieno di occasioni;
    7. In conclusione.
 
Sempre vostra, Iro Järvinen

Grazie a jj jordan per l'immagine
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