Grafologia teorica e pratica

I frutti ambigui - la solitudine

I frutti ambigui: la solitudine
 
La società è covo dei peggiori soprusi richiamati dai più reconditi istinti animali, dei più santi gesti amorevoli di solidarietà e dei più razionali ragionamenti scientifici.
Insomma nulla di più confortante direi :P .
Prendiamo uno spunto: il mercato è un mondo al servizio della popolazione e per assurdo il popolo pagante si sente strozzato da questo servizio che esso stesso richiede.
La società è un contesto ampio, variegato e complesso, dove ogni individuo cerca di dire la sua ( esattamente come sto facendo io in questo momento con te Pennino ) con la conseguenza di trovare il consumatore che punta il dito contro il commerciante per lo strozzinaggio che si permette di fare con i prezzi dei prodotti, e il commerciante che non riesce a chiudere il bilancio in positivo a fine anno mostrando il proprio disagio causato dalle assurde pretese dei clienti.
Mi sembra tanto un Triangolo Drammatico da cui non è facile uscire se non prendendo coscienza della sua presenza, purtroppo  prima che questo popolo umano ne prenda atto, ne passerà di acqua sotto i ponti.
La società nasce come soluzione alla necessità far sopravvivere l’individuo, a sua volta l’individuo è il mattoncino portante che tiene in piedi il muro della società: una mano lava l’altra.
Noi umani siamo esseri strani, crediamo che tutto possa essere semplice e che se siamo omologati è molto più facile proseguire, se invece ci dividiamo o rimaniamo soli, il terrore della morte ci assale e a quel punto torniamo a fare finta di essere esseri sociali in quanto ci manca fiducia ed autostima.
Ad oggi fare una vita pressoché solitaria ( poco o nullo contatto con colleghi, amici e parenti ) non è più una condanna a morte, e la società teme questi individui esattamente come il patriarcato teme l’emancipazione della donna.
La società si sta rivelando sempre più variegata, e sempre meno importante per l’individuo poiché con lo sviluppo della tecnologia, la capacità di autonomia \ indipendenza del singolo individuo si sta facendo sempre più palese.
La maggior parte società ( è un ente astratto...è come nominare l’Italia ) non riesce a credere che stia accadendo tutto questo, infatti chi condivide questo pensiero comune rimane atterrito, in quanto è sempre stato normale che la società fosse necessaria alla sopravvivenza del singolo.
Ad oggi non è più così. Attenzione non per tutti, ma sta cominciando a prendere piede una certa indipendenza.
Questo non significa che improvvisamente tutti andremo in un eremo a meditare fino alla fine dei nostri giorni coltivando riso e patate, ma significa che le persone sono sempre più libere di rimanere sole senza la paura di morire.
Un trafiletto che ho letto ( lo potete leggere anche voi utilizzando: Essere single può essere positivo e non da sfigati ) indica come l’essere single ad oggi può essere considerato un plus invece di un minus: si può vivere benissimo senza instaurare necessariamente una relazione di coppia.
La società ha cominciato a ridimensionare il proprio valore nella vita dell’individuo e questo non può essere altro che un bene!
Essere più egoisti e pensare più a noi stessi non è più un peccato! Il benessere della società occidentale è talmente assicurato che finalmente le persone possono mostrarsi chi sono senza venire stigmatizzata dalla famiglia e addirittura essere felici lo stesso anche se dovesse accadere.
La famiglia non è più quella di sangue: ma è il nucleo sociale che ci siamo creati a fatica giorno per giorno con le persone che abbiamo selezionato e con cui abbiamo stretto il legame che più ci caratterizza.
Essere gay, bisessuali e via dicendo, presto o tardi sarà visto sempre più come una cosa normale: e finalmente!!!!!!!!!!
 
L’individuo non è più costretto ad omologarsi alla comunità per sopravvivere, perché non esiste più una sola comunità chiusa, ma si può scegliere.
Sono veramente felice della piega che il mondo di oggi piano piano sta prendendo, e anche se ahimè abbiamo ancora molta strada da fare, sono certa che l’essere umano ha ancora molto da offrire e io di questa storia voglio saperne il più possibile.
Stare soli con noi stessi nel proprio ambiente personale, dove non c’è spazio per troppa socialità non è più sinonimo di emarginazione, ma sta diventando una cosa normale.
Essere donna non significa diventare madre.
Essere sposati non significa più fare figli.
Essere uomo non significa portare a casa il pane.
Essere single non significa che cercherai un partner.
Essere sociale non significa salutare tutti quando si esce dalla porta.
Essere soli non significa che qualcuno ci ha rifiutato ( o che noi abbiamo rifiutato qualcuno ).
 
La solitudine sarà una condizione sempre più naturale nella nostra specie, e secondo me non c’è nulla di sbagliato in questo.
Solo perché non dipendi da nessuno non significa che sei un asociale, anzi forse sei proprio la persona che più sa valorizzare la qualità del proprio tempo e decide di scegliere se e con chi stare.
 
La società, per come l’abbiamo sempre conosciuta negli ultimi millenni, sta cambiando radicalmente in meglio, dando spazio a tutti, specialmente a chi del sociale non ne ha più bisogno.
Ne sono orgogliosa. L’uomo è una creatura che sta crescendo, e già sento odore di cose meravigliose nella storia di questa specie così meravigliosa e piena di sorprese.
 
E voi? Che cosa avete scelto per la propria vita? Io sto ancora lavorando su questa cosa, ma spero a breve di avere una risposta.
Grazie ad Arthur Brognoli per l'immagine.
Con affetto.
Sempre vostra, Iro Järvinen
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