Grafologia teorica e pratica

Stare bene - Seconda parte

Nello scorso articolo ( https://www.lagrafologia.eu/site/dettaglio.php?id_noticia=24 ) abbiamo affrontato come ognuno di noi possa decidere se affrontare in modo attivo o passivo i problemi: nel primo caso, affrontando il problema personalmente, e nel secondo caso, delegando ad altri un nostro problema.
Proseguiamo perciò sulla riflessione. 
 
Abbiamo individuato che una mancanza di fiducia in noi stessi può essere una causa che porta anche a mancanza di fiducia negli altri. Ma questo perché?
 
Dentro di noi abbiamo diverse personalità che si relazionano fra loro esattamente come facciamo noi con gli altri che ci circondano. Quando siamo inconsapevoli delle nostre dinamiche interiori, arriviamo a delegare agli altri cose che dovremmo fare noi, come ad esempio avere fiducia in noi stessi. 
Se noi non abbiamo fiducia in noi stessi, rimarremo continuamente accecati da tutti quei comportamenti da parte di altri individui ( magari pure di poco conto nella nostra vita, come un passante che giudica male gratuitamente le nostre scarpe ) che ci richiamano a questo concetto, perciò ci arrabbieremo profondamente con chi ha fatto anche solo un commento ambiguo riguardo le nostre capacità. Ovvio non va accettato un commento infondato che mira a trasmettere cattiveria gratuita, ma non è giusto dare alcun peso o importanza a chi, di noi, non gli importa davvero nulla.
 
Ma questo cosa ci dice? Che i pregiudizi che abbiamo nei confronti delle persone di cui abbiamo magari poca conoscenza oggettiva, sono un indicatore di cosa pensiamo di una parte di noi.
 
Ogni situazione se non viene integrata anche con una visione oggettiva, e quindi sia dal lato utile che da quello più scomodo, tenderà a rimanere nella nostra mente per spronarci a cambiare rotta. 
Vi è mai capitato di vedere quella persona che… sì quella persona che odiate, che non sopportate, insomma non potete vederla… eppure non riuscite a levarvela dalla testa e continua a farvi male? L’unico modo che avete per lasciare andare quella sensazione è controbilanciarla apprendendo che quella persona porta in sé la risposta per trovare il comportamento sereno nei suoi confronti. Non dovete riconciliarvi con lei per stare bene. Dovete trovare il vostro errore nei suoi confronti e fare pace con voi stessi. Quando odiate qualcuno: odiate una parte di voi stessi.
 
Le persone sono spesso un riflesso di una parte di noi, e se non sapete chi siete, un modo per conoscere voi stessi è guardare chi vi siete scelti di avere intorno, quelle persone rappresentano chi siete dentro di voi e con quali delle vostre personalità vi relazionate e come.
 
La società fa l’individuo, ma l’individuo con le sue scelte influenza e fa la società.
 
( Comunque tranquilli, non avete nessun disturbo di personalità multipla :)  è tutto ok )
 
Voi vi comportate allo stesso modo con i vostri amici e con i vostri colleghi di lavoro?
Allo stesso modo voi stessi intrattenete relazioni con le varie parti di voi che rappresentano i vostri amici e i vostri colleghi. Non significa avere i nostri colleghi di lavoro dentro la nostra mente, ma le parti di noi che si occupano dell’aspetto più freddo e utilitaristico le tratteremo allo stesso modo.
 
Facciamo un esempio: siete degli appassionati di musica e per lavoro fate contabilità in una banca.
Quella personalità che vi stimola a suonare uno strumento in un gruppo, vi porta a provare passione e piacere ogni volta che una persona ( chiunque essa sia ) vi apre l’argomento, per non parlare del fatto che di primo acchito la considererete molto positivamente. La vostra personalità musicale avrà certamente un impatto molto positivo quando la stimolerete in modo autonomo ( per esempio quando leggete una rivista dedicata, oppure producete un nuovo brano ) o in modo sociale ( parlando di musica con un vostro amico che se ne intende ). Mentre lavorare in banca vi porterà a essere seriosi in quanto la vostra personalità fredda e calcolatrice escluderà completamente le emozioni intense della musica, portandovi a pensare: “dai tra poco è venerdì”, e ogni volta che qualcuno vi porterà a parlare di finanze ed economia, subito cercherete di rispondere secondo le informazioni richieste… ma niente altro. La personalità lavorativa è molto meno piacevole da intercettare e anzi, se potete evitarla lo fate con piacere quando non siete in ufficio.
 
Provate a pensarci: vi è mai capitato di guardare da lontano una persona che non conoscete affatto e dire “quello lì non mi piace proprio!” anche se in realtà non avete la più pallida idea di chi sia.
Questo dimostra che voi avete notato in lui ( o lei ) delle movenze, un atteggiamento, un modo di vestire o un modo di sorridere, che richiamano nella vostra mente cose a voi già conosciute e che avete catalogato come non buone… a questo punto si può dire che l’emozione del disgusto ( https://www.lagrafologia.eu/site/dettaglio.php?id_noticia=20 ) vi ha fatto catalogare quella persona come tossica e da evitare perché vi ha attivato una personalità che non sopportate; non sapendola trattare in modo pro attivo preferite di gran lunga evitarla.
 
L’unico modo che abbiamo per conoscere veramente qualcuno è osservando gli effettivi comportamenti che assume nei nostri e altrui confronti ( magari evitando di dare troppo peso alle sue parole, specialmente promesse o similari, almeno finché non verranno mantenute ) cercando di essere lucidi ed escludendo i nostri pregiudizi finché non verranno confutati o confermati da effettivi dati di fatto. 
 
Purtroppo non è semplice essere oggettivi, anzi per l’essere umano risulta impossibile l’imparzialità totale in quanto ogni essere umano detiene emozioni caratterizzate da aspettative e interessi assolutamente irrazionali; quindi non sperate di trovare qualcuno perfettamente oggettivo, non esiste, questo significa che non dovete pretenderlo nemmeno da voi stessi. Siamo tutti umani con pregi e difetti, il vero gioco forza sta nel valorizzare entrambi a prescindere dalla loro forma e da come sono stati giudicati dalla vostra società in passato.
 
Come per voi gli altri rappresentano un vostro teatro interiore di personalità, anche per gli altri, voi non siete del tutto reali in quanto sarete sempre un riflesso del loro essere. Questo aiuta molto a farvi pensare che quando venite ingiustamente giudicati, è proprio perché voi rappresentate qualcosa che probabilmente risulta solo un mero problema dell’altro con sé stesso.
 
Questo aiuta molto a pensare che non è tutta colpa vostra se gli altri ingiustificatamente si arrabbiano con voi versandovi addosso i loro giudizi… siete solo uno specchio attraverso cui loro non sono stati in grado di vedere altro che un aggressore, esattamente come il gatto soffia contro la propria immagine.
 
Non è facile introiettare questo ragionamento, ci vuole tempo e pazienza con sé stessi e con gli altri, ma una volta compreso e attivato questo meccanismo si vive una vita molto più serena e tranquilla.
Non è necessario fare pace con tutti per essere in pace con noi stessi, ma è necessario fare pace con noi stessi per essere in pace con tutti ( attenzione! Essere in pace non significa accettare tutto, quello non è essere in pace, quello è essere passivi ).
Ogni nostra personalità porta in sé la chiave per il nostro benessere, per non parlare del fatto che ciò che consideriamo difetti ( o che ci hanno messo in testa che sono tali ) raccolgono in sé degli strumenti meravigliosi che possiamo sfruttare a nostro favore, anche se tenderemmo a catalogarli come da eliminare in quanto tossici. Purtroppo per quanto vi adopererete ad allontanare quelle caratteristiche, esse vi staranno ancora più addosso costringendovi a soffrire tremendamente. Tante volte è la società che ci plasma in base ai propri standard e vorremmo venire accettati, ma risultiamo stigmatizzati in quanto portatori di “brutti difetti” che alla fine non hanno nulla di male… ma che negli altri provocano sofferenze e dolori che non sanno gestire.
 
Noi quando veniamo stigmatizzati, veniamo lasciati soli e responsabilizzati ( ingiustamente ) di dover risolvere i problemi che la società ha con le nostre caratteristiche che sono in primis caratteristiche della società, la quale non vuole prendersi la responsabilità di affrontare ed elaborare in modo sano e utile.
 
Facciamo un esempio.
Squartare la gente non è propriamente legale come comportamento… ma se indossate un camice verde e richiudete tutto suturando bene la ferita della persona che avete tagliuzzato, non solo sarete ben accetti nella società, ma verrete pure pagati molto bene.
 
Ecco, se la buttiamo in ridere alla fin fine i chirurghi non sono altro che serial killer mancati che hanno sublimato un istinto in qualcosa di utile per la società.
 
La nostra natura non è lucida e scintillante come vorremmo, il red carpet è solo una mera illusione. Noi umani siamo brutali, egoisti, orgogliosi e potrei andare avanti per ore, ma se andiamo a fondo dei nostri istinti scopriremo che vogliamo solo essere accettati, nonostante la nostra piccolezza. La nostra grettezza ci ha permesso di sopravvivere in questi millenni di storia umana, forse merita di essere considerata un po’ meglio di semplice brutalità da nascondere.
L’essere umano vuole essere valorizzato per ciò che è e non per quello che dovrebbe essere, e fare leva sulle nostre qualità, ma soprattutto sui difetti per sublimare tutto in qualcosa che non solo sostenta l’individuo, ma anche l’altro.
 
Con queste parole voglio dire sinceramente: prendetevi cura di voi stessi. Se voi state bene la società più vicina a voi sta bene. Essere consapevoli dei propri limiti e rispettarli porta non solo a proteggerci, ma anche a proteggere gli altri. Se voi state bene la società ne guadagna considerevolmente.
 
La nostra socialità è niente meno che la trasposizione in forma macroscopica della nostra mente individuale. Come la cellula ha bisogno di respirare, nutrirsi e vivere, anche il nostro corpo fa le stesse cose in forme macroscopiche. 
 
In conclusione: se continuerete ad essere in guerra con parti di voi che non riuscite ad accettare, automaticamente sarete in guerra con tutte le persone che rappresentano quelle parti.
 
Accettare che il mondo non è come lo vorremmo credo che sia il più grande sforzo che l’intera umanità sta cercando di fare per evolversi. L’evoluzione è possibile solo ed esclusivamente se si fonda sulla natura reale della persona e non sui voli pindarici dei desideri utopistici che ci si crea dentro, nella speranza che altri lo facciano per noi.
 
Do you remember everything? Or you prefer review with me? The article is very long and complex today :P so lets do the summary.
 
    1. Riprendiamo dal precedente articolo: Stare bene – Prima parte;
    2. Abbiamo molte personalità;
    3. I pregiudizi sono un indicatore importante;
    4. La società fa l’individuo e l’individuo la società;
    5. L’esempio del musicista;
    6. Non è semplice essere oggettivi;
    7. Siete anche uno specchio;
    8. Il chirurgo;
    9. Noi umani siamo brutali […] ma vogliamo essere accettati comunque;
    10. La nostra socialità è niente meno che la trasposizione in forma macroscopica della nostra mente individuale;
    11. In conclusione;
 
Anche questa volta abbiamo messo tanta carne al fuoco! E ora siamo pronti a gustarla :)
Spero di aver smosso gli animi con le mie riflessioni, magari anche con reazioni negative, ma non importa: il mio tempo non è il vostro e viceversa :)
 
Sempre vostra, Iro Järvinen.
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